Con €203 milioni raccolti in 75 round, il Q4-22 ha visto un rallentamento nella raccolta, ma un numero di deal in linea con la media dei 4 trimestri precedenti (€463 milioni e 79 round). La flessione nell’ammontare investito nel quarter è in gran parte riconducibile all’assenza di mega round che ad esempio, nel Q3-2022, avevano inciso per più del 40%.
Guardando all’intero anno, il 2022 si è chiuso con più di €1,8 miliardi investiti, (+48% rispetto al 2021), sebbene influenzato dai mega round di Satispay (Serie D, €320 milioni), Newcleo (Serie A, €300 milioni) e Scalapay (Serie B, €212 milioni). Come previsto a inizio anno da Growth Capital, il VC italiano è stato impattato in modo ridotto dalle tensioni macroeconomiche e finanziarie del 2022 mostrando comunque una crescita sostenuta rispetto al 2021, diversamente dalla contrazione che ha interessato l’Europa ed altri mercati VC sviluppati.
Considerando la segmentazione dei round per tipologia in Italia, nel Q4-22 sono stati registrati 38 Seed, 18 Serie A e 3 Serie B e guardando all’intero 2022, complessivamente sono 57 i round Serie A, 19 i Serie B e 176 i round Seed, che si confermano la tipologia più rappresentata (50% delle operazioni dell’anno). La maggiore presenza rispetto al 2021 del numero di round Seed (+42) e Serie A (+4), lascia sperare nei prossimi anni in un aumento dei round Late Stage. Si osserva, inoltre, come presenza di round Late Stage sia nettamente aumentata dal 2017 al 2022, pur risultando ancora inferiore ad altri ecosistemi maturi come la Francia, che già nel 2019 mostrava una ripartizione tra Early Stage e Late Stage simile a quella dell’Italia di oggi.
Considerando l’analisi per settori, Smart City risulta il settore con il maggior numero di deal annunciati nel trimestre (15), seguito da Software (10). Con 54 round totali, Smart City si posiziona al vertice anche a livello annuale, seguito da Software e DeepTech, rispettivamente con 44 e 40. Guardando invece all’ammontare investito, Smart City (502 milioni) e FinTech (499 milioni) sono i settori che hanno raccolto di più nel 2022 e rappresentano il 55% dell’investito nell’intero anno. A questo risultato hanno contribuito in modo rilevante i mega round di Satispay e Scalapay (per il Fintech) e Newcleo (per Smart City).
Secondo un’analisi storica, si nota come nel 2022, rispetto al 2021, la size media dei round sia aumentata per tutti i settori a eccezione di Media (-52%), che in compenso è stato però uno dei settori con più exit; Food Agriculture (-16%); e Digital (-6%). FinTech (€13,1 milioni) e Smart City (€9,4 milioni) si confermano i settori con il ticket medio più alto nel 2022, anche grazie all’impatto di alcuni mega round.
Il 2022 ha registrato 4 mega round, risultando, sotto questo aspetto, il miglior anno nel periodo analizzato (2017-2022). I cinque top round del 2022 sono quello di Satispay (Serie D, €320 milioni), Newcleo (Serie A, €300 milioni), Scalapay (Serie B, €212 milioni), Casavo (Serie D, €100 milioni) e Medical Micro Instruments (Serie B, €73 milioni).
L’Osservatorio analizza inoltre l’incidenzanel VC italiano degli investitori internazionali, che nel 2022 hanno partecipato al 26% dei round maggiori di €1 milione, dato in linea con il 2021. Tuttavia, in termini di ammontare raccolto, l’incidenza dei round con presenza di investitori internazionali è sensibilmente aumentata, passando dal 58% del 2021 al 67% del 2022, un trend già anticipato nelle edizioni precedenti dell’Osservatorio e che ci si attende proseguirà nel medio-lungo periodo. Infine, è opportuno notare come nel 2022 gli investitori internazionali abbiano partecipato a round con dimensione media più che doppia rispetto a quelli con soli investitori nazionali (€9,5 contro €4,3 milioni).
CDP Venture Capital si conferma l’investitore più attivo in termini di operazioni annunciate nel 2022, seguito da Azimut e LVenture.
Nel Q4-22 le start-up italiane sono state protagoniste di 11 exit, dato in linea con il Q3-22. I risultati dell’ultimo trimestre portano a 39 gli eventi di liquidità registrati nel 2022, dato in aumento rispetto al 2021 (30). Growth Capital stima che il valore complessivo in termini di Enterprise Value delle exit annunciate nel 2022 sia ben superiore a €1B.
“Il 2022 è stato un anno di notevole maturazione per il Venture Capital in Italia. Come da noi previsto un anno fa, l’ecosistema italiano ha registrato un aumento significativo nell’ammontare investito, (circa +50% rispetto al 2021), in contrasto con il rallentamento europeo e la decrescita globale. Si è confermata anche la partecipazione sempre più incisiva da parte di attori internazionali e investitori istituzionali (trend destinato a confermarsi anche nel 2023). Come Growth Capital, prevediamo un 2023 di maturazione e consolidamento del mercato, caratterizzato da un aumento della size media dei round e del numero delle operazioni Late Stage. Gli investimenti complessivi saranno influenzati dall’elevato dry power e dalla presenza di mega round”, commenta Fabio Mondini de Focatiis, Founding Partner di Growth Capital.
“È significativo notare come i numeri dell’ecosistema italiano dell’innovazione iniziano ad avvicinarsi- pur mantenendosi ben inferiori- ad altri Paesi storicamente più avanzati in questo ambito, aggiunge Francesco Cerruti, Direttore Generale di Italian Tech Alliance. Come emerge dal recente report The State of The French Tech Ecosystem, infatti, per la prima volta l’Italia è stato il Paese europeo che ha visto la crescita più consistente di investimenti in start-up e aziende innovative anno su anno, con un + 80% di differenziale registrato tra il 2021 e il 2022, a fronte del +6% registrato in Francia, e dei meno 16,6% e 36,4% registrati rispettivamente in UK e Germania. Questi dati indicano, insieme al fatto che molti ecosistemi europei sembrano aver raggiunto una fase di maturità, che l’Italia potrebbe avere nei prossimi anni un ruolo sempre più centrale nel settore Tech in Europa. Guardando al futuro, conclude Cerruti, il 2023 sarà un anno cruciale per ammodernare il Testo Unico sulle Start-up, che era stato un fondamentale motore di partenza per l’ecosistema, ma che è ormai vecchio di più di 10 anni e necessita un aggiornamento che tenga in conto le rinnovate esigenze dei sempre più numerosi operatori del settore”.
Il report integrale e la metodologia di ricerca sono disponibili a questo link.